Trattenere i talenti in azienda: come cambia il ruolo del manager

Trattenere i talenti sembra essere una sfida incessante che sta coinvolgendo gran parte delle imprese. Questa è causata anche da fenomeni quali la Great resignation e il Quiet quitting, che hanno caratterizzato, e stanno caratterizzando tuttora, la vita delle aziende sia a livello italiano, sia a livello globale.


Esistono molteplici strategie e azioni che le imprese possono mettere in campo per arginare le dimissioni di massa; queste vanno dall’introduzione dei benefit aziendali, allo sviluppo di piani formativi continui. Ma, oltre alle soluzioni più tecniche, è importante che siano i manager stessi a sapere valorizzare le risorse del proprio team, per far sì che i dipendenti lavorino in un clima sereno e stimolante. 


Il manager ricopre un ruolo determinante nella scelta delle risorse di mantenere o lasciare il proprio posto di lavoro, dal momento che il manager stesso e il team lavorano quotidianamente a stretto contatto. Il rapporto di lavoro con il proprio responsabile, se non conforme alle aspettative del dipendente, è infatti una delle maggiori cause di dimissioni. 


È necessario dunque, al più presto, che anche i manager trovino delle soluzioni per lavorare in armonia con le risorse, in modo che azienda e dipendenti siano soddisfatti. Questo porterà i talenti, acquisiti precedentemente, a restare in azienda il più a lungo possibile, evitando un grande dispendio di risorse economiche, oltre che umane, per la ricerca e la formazione di nuovi collaboratori.


Il ruolo del manager nel trattenere i talenti


Adottare delle soluzioni e delle strategie standard per trattenere i talenti in azienda, sembra non essere più sufficiente per arginare questo enorme fenomeno delle dimissioni. 


Insieme ad offerte di retribuzioni più elevate, piani carriera, formazione continua e personalizzata, e tutte le altre azioni che si possono mettere in campo per evitare che i dipendenti decidano di proseguire per altre strade, assume una notevole importanza la modalità con la quale il manager collabora con le risorse del proprio team. 

Di questi tempi, ciò che viene richiesto dai dipendenti e dal contesto attuale, è una rivoluzione nel modo di pensare. Si tratta dunque di una nuova leadership, più innovativa e più “umana”. Questa rappresenta la chiave per non lasciar scappare i talenti, soprattutto i più giovani.


Le cause di questi grandi fenomeni globali di dimissioni e abbandono silenzioso dei talenti, sono spesso la conseguenza di culture manageriali scorrette, improntate maggiormente sugli obiettivi e sulle performance e poco attente alle persone. 


Invece, in questi ultimi anni, a causa delle condizioni di precarietà causate dalla pandemia e con l'introduzione di forme di lavoro come lo smart working, i dipendenti hanno via via assunto maggiore consapevolezza delle proprie necessità. 


Per far sì che queste vengano ascoltate, i dipendenti tendono ad abbandonare le aziende nelle quali si sentono dei meri numeri utili al raggiungimento degli obiettivi aziendali, in favore di aziende che offrono condizioni lavorative migliori, dove i manager sono capaci di valorizzare le skills e le capacità di ogni singolo individuo, ascoltandone le necessità, e, allo stesso tempo, stando al passo con i continui cambiamenti del mondo del lavoro. 


L’elemento essenziale per trattenere i talenti dunque risiede nella capacità dei manager di creare dei rapporti fondati sull’ascolto, la fiducia e la collaborazione tra le risorse del team e il manager stesso, e, di conseguenza, l’impresa.


Vediamo allora quali sono i principali cambiamenti per la riuscita di tale rapporto. 



1. Creare un rapporto di collaborazione 


Prima di tutto, è importante che i manager entrino nell’ottica di uscire dal ruolo della figura di controllo del proprio team per vestire i panni del collaboratore, come un coach. Porsi allo stesso livello dei propri collaboratori è il primo passo per creare un legame con gli stessi. L’obiettivo di questo cambiamento nel modus operandi è consentire lo svolgimento delle attività in maniera autonoma e proattiva, in sostituzione della classica leadership nella quale vengono date direttive dall’alto. Questo contribuisce alla creazione di un rapporto di fiducia, facendo sentire i dipendenti del proprio team come dei pari e non dei sottoposti. Grazie a questo tipo di legame, le risorse si sentiranno più coinvolte nei processi aziendali, saranno più responsabili nello svolgimento dei task, e si sentiranno più a loro agio nella condivisione delle idee, delle intuizioni e delle soluzioni. 


2. Valorizzare le forze esistenti


Anche qui, è necessario un cambio di rotta rispetto a ciò che viene fatto generalmente dalle aziende. Il manager non deve cercare di colmare i gap riscontrati tra i propri collaboratori, ma deve valorizzare le skills pre-esistenti di ognuno, cercando di far emergere il talento già presente. Questo va in controtendenza con ciò che si è verificato nelle imprese fino ad oggi, ovvero il miglioramento delle risorse nelle aree in cui queste sono manchevoli o per le quali non hanno sviluppato delle attitudini. Il responsabile quindi deve essere capace di riconoscere i talenti e creare dei team di risorse che si completino vicendevolmente, in modo da poter lavorare con dei team armoniosi dove ogni dipendente si senta libero di esprimere al massimo il proprio potenziale.


3. Fornire i tempi necessari a raggiungere gli obiettivi


Spesso per i dipendenti è estremamente importante raggiungere gli obiettivi professionali che vengono stabiliti dal manager. Per farlo, è necessario stabilire le tempistiche corrette, necessarie per raggiungerli, in modo che ogni risorsa possa esprimere al massimo il proprio potenziale. Questo consentirà al manager di cogliere punti di forza e punti di debolezza, in modo da poter stabilire, successivamente, obiettivi più consoni alle capacità di ognuno. 


4. Agevolare le trasformazioni


Per tanto tempo, le imprese si sono focalizzate su una pianificazione estremamente serrata delle attività. Oggi il mercato è estremamente mutevole e l’evoluzione tecnologica è sempre più rapida. Per questo motivo, un manager deve individuare le persone più corrette e talentuose per far fronte a queste continue evoluzioni e deve essere capace di ascoltare i segnali deboli dell’azienda. Infatti, un buon responsabile deve anche saper cavalcare l’onda del momento, portando a bordo il proprio team, e ragionare sulle giuste azioni da intraprendere in base agli eventi che si verificano.


Manager qualificati e attenti alle proprie risorse


Cambiano le carte in tavola sul ruolo che il manager dovrebbe assumere nel guidare il proprio team verso il raggiungimento degli obiettivi aziendali. Si potrebbe dire che, rispetto al passato, stiamo assistendo ad un procedimento inverso, per il quale i manager devono essere particolarmente attenti nell’ascolto delle risorse e nell’individuare quali siano i talenti di ognuna e quali le esigenze specifiche. 


Percorrendo questa strada per le aziende diventerà più semplice trattenere i propri talenti, arginando il problema della Great resignation e potendo contare su risorse motivate, affidabili e più partecipi della cultura aziendale. 



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