Le risorse umane costituiscono l’elemento portante di qualsiasi organizzazione e impresa. La loro tutela è diventata fondamentale e per questo, da diversi anni, sta divenendo il centro delle politiche aziendali. Le aziende si stanno gradualmente attivando per mettere in campo azioni volte al benessere del personale, il quale presenta molteplici sfaccettature: si va dal clima aziendale, ai sistemi di welfare, alla tutela di politiche inerenti all’organizzazione del lavoro e al work-life balance, fino alle politiche di inclusione sociale.

Sviluppare delle progettazioni reali relative a quest’ultimo punto è la chiave per instaurare un clima sereno in azienda e attrarre giovani talenti qualificati da tutto il mondo.

In aggiunta, costituisce uno degli indicatori più importanti della sostenibilità aziendale. Infatti, in base ai criteri ESG, investitori e altri stakeholders possono valutare se l’impresa sia effettivamente impegnata in politiche di sostenibilità sociale e ambientale nel territorio in cui opera.

Queste sono alcune delle tante motivazioni per le quali le aziende devono intervenire e rapidamente allinearsi alle politiche sostenibili, le quali sono già da diversi anni in fase di adozione da parte delle multinazionali. È necessario, inoltre, porre l’accento sui notevoli vantaggi che l’introduzione delle politiche di inclusione sociale può portare alla propria azienda.

Cosa significa inclusione sociale?

Prima di addentrarsi nella moltitudine di benefici che deriva dallo sviluppo di progetti volti alla tutela delle diversità, è necessario comprendere il significato della parola “inclusione”. Letteralmente questa indica l’atto di includere un elemento all’interno di un gruppo. A livello sociale si intende l’inserimento di un individuo nella società, consentendogli di preservare le sue peculiarità derivanti da cultura, abitudini ed esperienze differenti. 

Quando parliamo dunque di un’azienda inclusiva, ciò indica che quest’ultima presta particolare attenzione ai differenti background delle proprie risorse, integrandole appieno nell’ambiente di lavoro.

Le differenze di background possono riguardare diversi aspetti quali il genere, l’etnia, la religione, l’orientamento sessuale, la disabilità, l’età o l’estrazione sociale.

Attuare politiche di inclusione sociale in azienda significa accogliere le diversità, favorendo, attraverso azioni concrete, una corretta integrazione delle risorse all’interno dei team, incoraggiando le risorse stesse a mantenere le proprie peculiarità e, allo stesso tempo, incoraggiando i team a riconoscerle come elementi di ricchezza per l’azienda. 

L’importanza di adottare politiche inclusive

Per integrare al meglio i propri collaboratori possono essere sviluppati dei progetti e delle strategie di inclusività, valorizzando le differenze esistenti. Coltivare la diversità in azienda può portare a punti di vista e contributi differenti, i quali favoriscono l’identificazione di soluzioni innovative.

Infatti, è fondamentale guardare a qualsiasi diversità come ad una risorsa in più che può trasformarsi in un elemento chiave per il successo dell’azienda, se valorizzata adeguatamente.

I benefici che un’azienda può trarre da buone strategie di inclusione sociale sono tanti e vanno dalla produttività al rapporto con i clienti. 

Su quest’ultimo punto, è sorprendente notare come i brand, percepiti dai propri stakeholders come più inclusivi, influenzino notevolmente le scelte d’acquisto dei consumatori e abbiano un tasso di crescita più elevato rispetto alle altre aziende, il quale si aggira intorno al 20%.

In primis, un’azienda più inclusiva ha più possibilità nelle attività di employer branding, e quindi sarà più attrattiva per un’ampia varietà di professionisti provenienti da background differenti.

Quest’elemento si riflette anche sulla capacità di attrarre e fidelizzare risorse talentuose, sottraendole ai propri competitors con culture aziendali meno all’avanguardia e meno appetibili per i candidati.

Grazie alla maggiore attenzione dedicata alla diversità delle proprie risorse e alla valorizzazione della stessa, all’interno dell’azienda si può generare una maggiore employee retention, poiché viene garantita alle risorse una maggiore possibilità di crescita, basata sulle proprie caratteristiche e non su percorsi standardizzati. Ciò consente ai dipendenti di crescere come professionisti, e come persone, senza pregiudizi.

Tali elementi positivi si traducono in un aumento della produttività e un maggiore raggiungimento dei risultati, poiché le differenze contribuiscono a generare un valore aggiunto che favorisce l’eterogeneità nelle idee, stimola la creatività e incentiva l’impegno dei team. Questi sono essenziali per aumentare la motivazione delle risorse e la qualità delle loro performance. 

I benefici sopracitati ricoprono un ruolo importante negli output prodotti e nel rapporto con il cliente, sia per ciò che concerne l’interazione diretta con quest’ultimo, sia per i valori trasmessi. Attualmente, infatti, i clienti tendono a prediligere aziende attente a valori connessi alla sostenibilità, alla trasparenza, alla diversità e all’inclusione. 

Diversity management come supporto 

L’insieme di politiche e azioni volte al rispetto della diversità e all’inclusione sociale in azienda viene denominato diversity management. Queste sono fondamentali da una parte per l’eticità dell’azienda, dall’altra perché ne potenziano l’immagine.

Tuttavia, bisogna prestare particolare attenzione a non utilizzarle come meri strumenti di visibilità e marketing, poiché questo non produrrà risultati soddisfacenti sul lungo periodo, ma si correrebbe il rischio di generare una cattiva reputazione dell’azienda e sentimenti di insoddisfazione tra gli stakeholders. 

Al contrario, per ottenere i migliori risultati possibili da tali politiche, ogni azienda deve trovare la formula per la gestione della diversità che più le si addice, valutando le caratteristiche dell’azienda stessa, la cultura aziendale, le risorse economiche disponibili e così via. 

Ad esempio, un buon intervento potrebbe essere rappresentato dall’introduzione di sistemi volti alla valutazione e alla ricompensa dei dipendenti, che siano equi e trasparenti e che abbiano l’obiettivo di combattere gli stereotipi e i pregiudizi che possono diffondersi in azienda.

Il diversity management è proprio destinato alla progettazione e gestione di tali attività e può essere costituito da una o più figure, in base alle esigenze dell’azienda. È importante che queste impattino concretamente nella vita professionale delle risorse umane facenti parte della propria impresa. 

Inclusione sociale e ESG

Inclusione sociale e attenzione ai criteri ESG rappresentano due componenti essenziali per per la creazione di un’azienda responsabile e sostenibile. Prestare attenzione a questi può tradursi in un notevole vantaggio economico, perché contribuiscono alla creazione di un clima sereno e possono rappresentare una spinta innovativa, volta a generare valore per l’azienda.

Integrando inclusione sociale e ESG nella strategia dell’azienda, quest’ultima può avere maggiori possibilità di mitigare i rischi finanziari e generare più opportunità di business. Fare, infatti, dell’inclusione sociale una delle proprie colonne portanti significa riposizionare il rating dell’azienda e renderla quindi più attrattiva per i potenziali investitori.

I vantaggi di corrette politiche di inclusione sociale

L’inclusione sociale rappresenta un coefficiente chiave per ottenere un ambiente lavorativo equo e sereno in azienda. Tale obiettivo può essere perseguito attraverso politiche e azioni che promuovano la diversità e l’inclusione e che sensibilizzino i dipendenti sul tema.

Per farlo, l’azienda può eventualmente avvalersi di una figura, o una rete di figure, destinata allo scopo, oppure può intervenire mediante il contributo del reparto HR. 

Politiche di inclusione sociale in azienda non solo migliorano la soddisfazione dei propri dipendenti, ma aumentano la produttività, portando quindi altrettanti vantaggi in diversi campi e rendendola maggiormente competitiva sul mercato.